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Musica Sacra - Melodia, armonia e ritmo
Melodia, armonia e ritmo: tre parametri da valutare
Sia per chi è incaricato nella scelta dei canti liturgici sia per colui che come compositore è chiamato a scrivere una composizione per la liturgia, entrambi dovranno parimenti con discrezione fare delle scelte oculate focalizzando la loro attenzione su diversi parametri della composizione musicale come la melodia, il ritmo, l'armonia che non potrà non fare riferimento a quanto dettato ora al momento liturgico celebrato, ora al testo ecc...
a cura di Mauro Bertini
1. PRINCIPI
1. Perché un canto o un brano musicale sia adatto per il Culto Sacro si dovrà curare: con senso artistico, con capacità tecnica e con sensibilità religiosa, sia la melodia che il ritmo della composizione musicale siano adatti al significato del testo che porta, al tempo liturgico nel quale si utilizzerà, e al momento dell'azione sacra che si va ad eseguire.
2. Di conseguenza, non potranno essere uguali o somiglianti la melodia e il ritmo di un Signore pietà a quelli dell'Alleluia o dell'Osanna. Ugualmente non potranno essere gli stessi o simili quelli del tempo di Quaresima a quelli della Pasqua o del Natale; né quelli della Presentazione delle Offerte a quelli di uscita ed entrata.
2. NORME
1. Si eviti quei canti le cui melodie sono esclusive ripetizioni visto che snervano psicologicamente la mente di chi le canta e di chi le ascolta; quelle la cui struttura melodica è troppo semplice o volgare visto che non è gradita al senso estetico dei fedeli; e quella melodia che è uguale o troppo simile a canzoni o pezzi profani.
2. Si evitino anche quei canti il cui ritmo è persistente, tipici della musica ballabile o dello spettacolo, poiché non favoriscono l'ambiente di raccoglimento e di elevamento di spirito che si deve avere negli Atti di Culto Sacro.
3. I compositori, armonizzando un canto o un pezzo musicale per l'uso sacro e gli organisti, accompagnando il canto in un Atto Sacro, evitino di utilizzare quelle risorse armoniche che non sono proprie per favorire l'elevazione della mente a Dio, ma che invece la distraggono.