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I salmi fanno parte della Bibbia e sono quindi Parola di Dio e come tali, vengono proclamati nella liturgia della Parola. Ma non è sempre stato così. Dopo un periodo di splendore del Salmo responsoriale (IV-V secolo), nel sesto secolo praticamente scompare dalla liturgia romana e sostituito dal Graduale.
Alcuni attribuiscono la scomparsa virtuale ad opera della musica che diventa il vero protagonista con forme musicali complesse e pieni di ornamenti che sempre più spesso rendono incomprensibile il testo. Il canto si fa più brillante ma viene a cessare il responsorio.
Dalla riforma liturgica del Vaticano II, il Salmo si riappropria della sua identità e dell'importanza che aveva in passato, anche se la liturgia attuale, celebrata nelle nostre parrocchie dalle nostre comunità, non è ancora stato compreso come tale.
Ci sono ancora delle parrocchie in cui è completamente ignorato e il salmo cantato a volte non ha nessuna relazione con le letture. Così alcuni coristi professionisti improvvisano canti al posto del salmo del loro repertorio che non hanno nulla a che fare con la liturgia del giorno. Oppure, se non cantato, viene recitato male e dalla stessa persona che aveva letto la prima lettura, in questo modo è impossibile differenziare le due letture. La soluzione a questo ultimo problema che nasce dalla presenza di due soli lettori (anzicchè tre), è quello di far leggere il salmo al primo un lettore e le due letture al secondo lettore. Inoltre sarebbe opportuno che in tutte le parrocchie, si divulgasse il libro del salmista "uno strumento indispensabile per il canto del salmo" per fare in modo che si crei il ministero liturgico proprio del salmista.
Nel suo periodo di massimo splendore, autori come S. Agostino e molti dei santi padri ne parlano con entusiasmo. Il salmista proclama, ma l'intera assemblea è coinvolta, non solo nell'ascolto, ma anche nella risposta ricorrente ad ogni versetto del salmo.
Cercate di non cantare la risposta come se fosse una routine. Le risposte cantate tante volte vanno raccolte come se fossero delle perle di saggezza su cui riflettere e meditare nel tempo.
Le diverse esecuzioni
Di norma il salmo responsoriale dovrebbe essere cantato ed essendo Parola di Dio, occorre farlo dall'ambone. Ci sono due modi di cantare un salmo:
1. Modalità diretta , in cui il salmo viene cantato senza la risposta, dal salmista o da un cantore, o da tutti in una unica volta.
2. Il modo responsoriale , che è da preferire nella celebrazione eucaristica. Il salmista o un cantore, canta i versi del Salmo e tutta la comunità partecipa attraverso la risposta. Questa forma responsoriale trova diverse varianti più o meno perfette:
A La forma perfetta: il salmista canta il salmo e l'assemblea canta la risposta. Il problema principale, è che avete bisogno di un salmista, qualcuno che sia in grado di eseguire correttamente il cantillazione del salmo, figura non è facile da trovare nelle nostre comunità parrocchiali.
B Forme valide: il lettore proclama il salmo e la comunità canta la risposta o il ritornello
C La forma minima: il lettore proclama il salmo e l'assemblea recita la risposta. E' la meno corretta ma anche la più comune comune. Questa forma di meditazione è difficile perché l'assemblea può dimenticare la risposta se il salmista non è abile a suggerirla.
Per incoraggiare il canto del Salmo dell'Assemblea nella sua forma ideale, il salmista dovrebbe cominciare magari un po' prima dell'inizio della messa a cantare la risposta e a farla ripetere più volte all'assemblea. Questo metodo sarà utile a impostare il tono e il carattere dell'antifona e preparare l'assemblea all'azione.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è il numero di versi del salmo che cantiamo. Il testo da cantare dovrebbe corrispondere a quello contenuto nel Lezionario, perché la Parola di Dio non può essere modificata a piacere. Il problema è che a volte molti salmi sono stati messi in musica con due o tre strofe, che non sempre corrispondono con il contenuto dei lezionari. In più noi pensiamo che l'intero canto del salmo sia troppo lungo e quindi dobbiamo accorciarlo di due o tre strofe. Se cantiamo questi salmi in questo modo, mutilando la parola di Dio, i versetti cantati saranno sempre gli stessi e il risultato è l'impoverimento della Parola di Dio. Dobbiamo fare lo sforzo di imparare a cantare tutti i versi corrispondenti ad ogni salmo.
La Parola di Dio non la si legge ma la si declama. E' un testo poetico, devi dare l'intonazione e il carattere del testo (si consiglia di non affidarlo allo stesso lettore che ha proclamato la prima lettura). E, infine, per aiutare la risposta dell'Assemblea, prima di leggere l'antifona inseriamo la frase: ripetiamo insieme: " Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla "...
Qui a fianco vi mostriamo il video della messa della notte di Natale (2012) con Benedetto XVI che intona il canto del Gloria.
Se vuoi puoi approfondire l'argomento sul Gloria alla voce di Wikipedia.