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Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo:
pane della nostra vita, cibo della quotidianità. Tu che lo prendevi un giorno, lo spezzavi per i tuoi, oggi vieni in questo pane, cibo vero dell'umanità.
E sarò pane, e sarò vino nella mia vita, nelle tue mani. Ti accoglierò dentro di me, farò di me un'offerta viva, un sacrificio gradito a Te.
Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo:
vino delle nostre vigne, sulla mensa dei fratelli tuoi Tu che lo prendevi un giorno, lo bevevi con i tuoi, oggi vieni in questo vino e ti doni per la vita mia.
Il momento adatto per questo canto liturgico, è la presentazione dei doni. Oggi questo momento liturgico è piuttosto trascurato e trasformato (a volte) negativamente da una serie di situazioni come ad esempio la processione dei doni che spesso diventa una lunga e interminabile passerella con la voce in sottofondo che descrive e anticipa i doni che si portano all'altare. In queste situazioni si trascura il canto come quello che presentiamo in questa pagina. Detto questo sarebbe opportuno far partecipare l'assemblea al canto in modo da concentrarsi sul vero senso dell'offertorio: ognuno di noi può presentare col "frutto nella nostra terra" i problemi, i limiti, lo scoraggiamento ma anche le nostre realizzazioni, la fede, a Dio Padre.
Il canto che proponiamo in riflessione utilizza un vocabolario di parole comuni che rendono il testo di facile interpretazione. Sia il momento liturgico che il testo di "Frutto della nostra terra", stimola e pone degli interrogativi sulla nostra fede e sul vero senso della nostra vita. Ma il testo è anche un ringraziamento dell'uomo a Dio che si dona per la nostra vita.
Una delle difficoltà che potrebbe emergere durante l'insegnamento del canto, è data dal passaggio di alcune note della frase "farò di me..." che essendo un pò più complicate da cantare e più difficili da entrare nella mente rispetto alle altre, vengono cantate con note diverse da quelle scritte nello spartito.
Vale la pena correggere questi errori finchè il ferro è caldo.
Altro suggerimento che vi diamo riguarda la velocità di esecuzione di "Frutto della nostra terra".
nfatti abbiamo notato spesso come si tenda esageratamente a correre troppo snaturando un pò il canto. Sia il direttore di coro che il chitarrista qui possono fare la differenza.
Il canto "Frutto della nostra terra" segue l'andamento strofa ritornello in modo sempre uguale. La melodia della strofa, è composta da una frase identica che si ripete due volte. Questo giustifica l'utilizzo delle voci maschili nella prima parte della strofa e quelle femminili nella seconda parte. Il ritornello in un crescendo ai limiti dell'estensione vocale dell'assemblea, da una parte si concatena bene alla melodia della strofa dall'altra è sufficientemente piena di novità melodiche che rendono il passaggio motivato e ben equilibrato.
Tenendo conto che le possibilità di esecuzione possono essere tante, noi vi proponiamo quella più logica che coincide con quella della registrazione originale. Si tratta in poche parole di far cantare la prima parte della strofa fino a "... cibo della quotidianità" alle sole voci maschili, e a partire da " tu che lo prendevi un giorno ..." fino alla fine della strofa le sole donne. Al ritornello assieme a tutto il coro, si aggiunge anche l'assemblea creando una sorta di domanda e risposta con il coro. Si ricomincia da capo con la stessa divisione dei ruoli fino al ritornello con l'avvertenza di ripetere per finire ancora una volta la parte di testo "un sacrificio gradito a te."
Volendo arricchire con una seconda voce la nostra esecuzione, in risposta durante il ritornello, alcuni elementi del coro nella misura di tre massimo quattro possono ripetere solo "sarò pane", "sarò vino", "nella mia vita", "nelle tue mani" utilizzando le stesse note che lasciano tutti gli altri. Se non vi è chiaro potete guardare il video canto Frutto della nostra terra da cui abbiamo preso in prestito l'idea di questa seconda voce. Come si può notare è un canto facile ed adatto a tutti e ognuno può inserirsi ed avere un compito ben specifico tra il coro e l'assemblea.
Le indicazioni contenute nello spartito sono sufficientemente utili per la nostra esecuzione musicale. Il canto comincia con una breve introduzione da parte di un pianoforte che noi sostituiremo con l'organo. Per l'accompagnamento musicale può bastare il solo organo ancora meglio con l'aggiunta di una chitarra. Subito dopo il ritornello c'è un breve passaggio strumentale su cui sia l'organista quanto il chitarrista devono fare molta attenzione sulla reale durata degli accordi se lo si vuole eseguire correttamente come è illustrato nella figura seguente.
Per l'accompagnamento dell'organo si faccia riferimento allo spartito qui allegato. Se si ha la possibilità di avere un chitarrista, sarà questo a dettare il ritmo del canto e in questo modo l'organista poco preparato può limitarsi ad un accompagnamento di solo tappeto armonico utilizzando gli accordi e i bassi corrispondenti.
Nel caso della chitarra l'accompagnamento va realizzato con pennate molto meno articolate nelle strofe e con una ritmica più incisiva e libera e con accordi pieni invece al ritornello. La chitarra chiude il suo accompagnamento con degli accordi sgranati che coprono l'intera parte della coda.
Per accompagnare con la chitarra questo canto, utilizzeremo due tipi di ritmi: uno adatto alle strofe e l'altro adatto al ritornello. Al solito si cercherà di dare delle pennate più morbide e meno incisive durante le strofe e al contrario enfatizzare un pò di più al ritornello.
(Ritmo strofe)
Durante il ritornello eseguiremo un accompagnamento diverso anche questo piuttosto semplice. L'unica difficoltà su cui probabilmente dovete lavorare sta nel passaggio da un ritmo ad un'altro.
(Ritmo ritornello)
Indicazioni sull'esecuzione.
Per entrambi i ritmi ogni nota equivale ad una pennata. I segni sopra le note rappresentano le pennate verso giù o verso su, mentre il segno sotto la nota rappresenta l'accento ovvero la pennata corrispondente deve essere eseguita più energicamente rispetto alle altre.
Presentazione dei doni (celebrazione eucaristica)
titolo: Frutto della nostra terra
testo: Francesco Buttazzo
musica: Francesco Buttazzo
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tratto da: Sorgenti di unità
edito da: Ed. Paoline
anno: 2000
Strumenti Musicali
Organo liturgico
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Chitarra
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