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Fratello sole e sorella luna
Dolce è sentire come nel mio cuore ora umilmente sta nascendo amore; dolce è capire che non son più solo ma che son parte di un’immensa vita
che generosa risplende intorno a me: dono di Lui del suo immenso amore.
Ci ha dato il cielo, e le chiare stelle, fratello sole e sorella luna, la madre terra, con frutti, prati e fiori,
il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura.
Fonte di vita per le sue creature: dono di Lui, del suo immenso amore, dono di Lui, del suo immenso amore.
Finalmente eccoci a porre sotto la lente di ingrandimento Fratello sole sorella luna il cui testo, per ovvie esigenze musicali, non è altro che un riadattamento del testo originale del cantico delle creature di san Francesco d'Assisi. Quindi dobbiamo rifarci a quest'ultimo testo per tracciare alcune linee guida sul significato di questo magnifico cantico. Noto anche come Cantico di Frate sole, ha il primato di essere ad oggi il più antico testo poetico della letteratura italiana. Come detto l'autore del Cantico delle Creature è san Francesco e secondo i biografi, sarebbe stato composto qualche anno prima della sua morte, in tre diversi momenti.
Il Cantico delle creature è una lode verso Dio che si manifesta attraverso la forza della creazione: "la madre terra, il sole la luna e le stelle..." ma è anche un inno alla vita: "...ma che son parte di un’immensa vita che generosa risplende intorno a me..." .
Mai come oggi questo cantico è così attuale soprattutto nella visione positiva del creato poichè è stato fatto ad immagine di Dio se pensiamo a come stiamo trattando il nostro caro pianeta.
Una curiosità che sta dietro a questa bella canzone, riguarda i versi del testo che aggiungo qui e che non sono stati utilizzati ne nella colonna sonora del film "Fratello sole, sorella luna" cantata da Claudio Baglioni, ne in qualsiasi altra incisione discografica ne nelle versioni live successive. Quello che segue è il testo mancante.
“Sia laudato nostro Signore, che ha creato l'universo intero
Sia laudato nostro Signore, noi tutti siamo sue creature:
dono di lui, del suo immenso amore. Beato chi lo serve in umiltà”.
Noi pensiamo (ma è la nostra umile opinione) che il motivo che ha visto scartare queste ultime righe di testo, sia strettamente di natura tecnica musicale. Evidentemente alla fine prima di incidere hanno pensato che era meglio finire il testo cantato così come lo conosciamo oggi.
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Il canto piuttosto breve come durata, si presenta con una forma semplice con appena due strofe senza ritornello. Ciò potrebbe risultare noioso o poco efficace ma non per questa celebre melodia, difatti gli autori sono stati così bravi soprattutto nell'arrangiamento nel distinguere nettamente (sebbene identiche nella melodia) il canto in due parti. Quando una canzone raggiunge una certa popolarità, come quella del canto che stiamo analizzando, sono tanti i compositori che si cimentano a farne diverse versioni sia strumentali che vocali. E' il caso di "Dolce sentire", dove non c'è che l'imbarazzo della scelta. La prima variante che vi voglio suggerire impegna il solista da solo per tutta la prima strofa e l'ingresso del coro a 4 voci dispari nella seconda parte del canto. Un'altra variante può essere quella di assegnare tutto il canto ad una sola persona purchè questa ne abbia le capacità vocali ed espressive.
Abbiamo trovato in rete una armonizzazione a cura di Stefania Bono che ringraziamo ovviamente per averla condivisa. Si presenta un pò impegnativa per alcuni cori parrocchiali che si trovano ancora all'inizio del loro percorso, altri più esperienti invece possono provarci tranquillamente. Si tratta di una versione a cinque voci dispari, dove i soprani entrano dalla seconda strofa in poi. Per l'esecuzione parrocchiale vorrei focalizzare l'attenzione oltre ad alcune correzioni riguardanti la durata di alcune note come detto nella scheda "consigli e trucchi", sull'attacco di alcune note forse un pò impegnative soprattutto per l'assemblea. Alcuni di questi attacchi sono la "o" di "...ora umilmente..." oppure "ma" della frase "... ma che son parte...".
Sono tutte note di re quarto spazio vedi figura sopra dove occorre entrare decisi per cercare di prendere la nota piena senza esitazioni.
I canti religiosi che riscuotono una certa popolarità sono i più difficili da eseguire poichè ci si trova spesso di fronte a mille versioni diverse e il povero direttore di coro deve cercare di lavorare per presentare una sola di queste versioni.
Vediamo quali sono gli errori più comuni su cui in genere ci si trova di fronte.
La prima correzione da fare riguarda la parola "amore" della frase "...sta nascendo amore..." e la parola "vita" della frase "...immensa vita...". Ebbene state attenti alla durata della prima nota che è di 1/4 mentre la seconda è di 3/4 di solito si invertono i valori.
Stessa cosa dicasi per la parola "luna" della frase "...e sorella luna...".
E' invece da considerare un'eccezione la parola "pura" della frase "...l'aria e l'acqua pura..." e "creature" della frase "... per le sue creature..." dove le due sillabe delle parole hanno la stessa durata.
Oppure una scorciatoia può essere quella di dare a tutte queste parole un valore pari a 2/4 per ciascuna nota.
Ovviamente questi discorsi vanno bene per rendere omogeneo un coro o un'assemblea, mentre un solista avrà la sua interpretazione personale e queste regole non hanno più il valore di prima.
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Strumento principe per questa esecuzione è senz'altro la chitarra con il suo inconfondibile arpeggio. A questo si aggiungono di volta in volta altri strumenti come gli archi e i fiati. La nostra esecuzione comincia con il caratteristico arpeggio di chitarra sugli accordi Re Re 4 dove suoneremo esattamente le note sotto riportate.
Ecco come eseguire questa introduzione con la chitarra. Si parte con l'accordo di:
Re maggiore
pollice = 4° corda
indice = 3° corda
medio = 2° corda
anulare = 1° corda
Re 4
rimanendo sull'accordo di Re maggiore, aggiungere il mignolo 1° corda 3° tasto e pizzicare con l'anulare
togliere il mignolo e pizzicare con l'anulare la 1° corda
togliere il medio e pizzicare con l'anulare la 1° corda
rimettere il medio e pizzicare con l'anulare la 1° corda.
Cercando di avvicinarci il più possibile alla versione del brano originale, aggiungeremo nella seconda parte del canto a partire da "...Ci ha dato il cielo ... " un secondo strumento che può essere un violino oppure un oboe che eseguirà il controcanto qui allegato.
La nostra esecuzione termina con l'arpeggio iniziale, lasciando da sola ancora una volta la chitarra come protagonista. Per coloro che vogliono accompagnare questo brano con l'organo possono seguire lo spartito Dolce sentire con accompagnamento semplice qui proposto.
L'arpeggio di chitarra che troviamo nella registrazione originale insieme alla voce di Claudio Baglioni, caratterizza almeno la prima parte di questa meravigliosa canzone. Per voi animatori e per quanti vogliono accompagnare questo brano con la chitarra, ho costruito questo semplice arpeggio che seppur nella sua semplicità si avvicina molto a quello originale.
Modalità per l'esecuzione
L'arpeggio qui proposto è per una battuta di 4/4. Per l'esecuzione corretta i movimenti che dovete fare sull'accordo sono quattro e tutti hanno la stessa durata:
1) contemporaneamente pizzicare il pollice sul basso e indice sulla terza corda;
2) dito medio sulla seconda corda;
3) dito indice sulla terza corda;
4) dito medio sulla seconda corda;
si ripete quanto fatto fino adesso.
Ogni tanto e dove lo ritenete opportuno, potete variare l'arpeggio pizzicando solo una volta per l'intera battuta il pollice sul basso. Altra variazione importante è quella che interessa la frase "...Lui del suo immenso amore..." su cui oltre a rallentare anticipando la fine del periodo, si può aggiungere il basso ad ogni quarto di durata rendendo l'accompagnamento ancora più marcato. Il brano si conclude esattamente sullo stesso arpeggio introduttivo sugli accordi Re Re4.
Strumenti Musicali
Organo liturgico
Ecco una serie di lezioni per imparare a suonare l'organo liturgico.
Chitarra
Metodo per suonare la chitarra in Chiesa.
Concludiamo questa scheda facendo dono di un regalo speciale a tutti i nostri chitarristi, soprattuttto per quelli che sanno leggere il pentagramma musicale. A voi dunque lo spartito di Dolce sentire per chitarra da suonare immediatamente. Si tratta di una trascrizione e quindi di un preziosissimo contributo scritto e offerto a tutti gli amici di animazione liturgica dal nostro collaboratore Maurizio Bassan che ringraziamo e salutiamo. Maurizio ha studiato al conservatorio e da diversi anni svolge il ministero di animatore liturgico. Vale la pena seguirlo in tutti i suoi contributi che liberamente vorrà donarci da qui in avanti soprattutto per quanto concerne la chitarra nella liturgia.
Alcune note esplicative sullo spartito
Il 1° rigo musicale superiore contiene la melodia ed il testo da cantare con le sigle degli accordi per l’accompagnamento ritmico della chitarra;
il 2° rigo musicale, contiene la parte musicale destinata ad una chitarra classica (ma va bene anche l'utilizzo di una chitarra folk) con la diteggiatura dettagliata per la mano sinistra e destra.
Canto finale (durante la celebrazione di san Francesco)
Incontri di catechesi
Durante la processione del santo
titolo: Fratello sole, sorella luna
testo: padre Jean-
musica:
-
edito da: Ed. RCA
anno: 1972
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