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Canti Religiosi > Canti a Maria
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Madre io vorrei
Io vorrei tanto parlare con te di quel Figlio che amavi:
io vorrei tanto ascoltare da te quello che pensavi:
quando hai udito che tu non saresti più stata tua
e questo Figlio che non aspettavi non era per te…
Ave Maria…

Io vorrei tanto sapere da te se quand’era bambino
tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di Lui
e quante volte anche tu, di nascosto, piangevi, Madre,
quando sentivi che presto l’avrebbero ucciso, per noi.
Ave Maria…
Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi
io benedico il coraggio di vivere sola con Lui
ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi
per ogni Figlio dell’uomo che muore ti prego così…
Ave Maria…

 
 

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Pierangelo Sequeri, autore di Madre io vorrei uno dei più bei canti dedicati alla Madonna, come se fosse un cronista di duemila anni fa,  prova a dialogare con Maria sul rapporto "misterioso" con suo figlio Gesù. Anche se le parole appaiono scelte con cura, il linguaggio del testo utilizza parole di uso comune e risulta quindi di facile comprensione a tutti.
E' un testo che secondo noi afferma con forza i contenuti di fede e pone qualche interrogativo stimolandolo al cristiano di oggi.
Possiamo dunque dire che è un testo di invocazione a Maria.
Il testo parla del figlio, quello di Maria, inaspettato ma da sempre pensato e dato a noi.

In quei momenti importanti cioè quando comincia la missione di Gesù, cosa pensava la Madonna vedendo quell'unico figlio sfuggirgli tra le mani per compiere la salvezza dell'uomo? Siamo dinnanzi ad un rapporto tra madre e figlio in cui era presente costantemente il dolore causato da li a poco tempo dal distacco, ma alleviato e sconfitto dalla fede che lei aveva in cuor suo già accolto.
La risposta di Maria a questo dramma è il silenzio che è madre di tutte le risposte. Al contrario spesso noi davanti alla cruda realtà, ci scomponiamo e ci facciamo prendere dallo sconforto. Maria invece si prepara al distacco con discrezione e ci dona il suo unico figlio.

La solista deve essere individuata con cura in quanto il canto presenta difficoltà di natura diversa. Il canto infatti può presentare qualche problema di tipo ritmico, se non cantato bene può sfociare in una sensazione di affanno nel rincorrere un qualcosa.

Le note della strofe sono piuttosto basse: un contralto potrebbe essere una soluzione. Infine non dimentichiamo che la forza e la riuscita di questo canto dipende anche da una corretta interpretazione del solista che deve immedesimarsi nella parte con il giusto stato d'animo.

La forma del canto è quella della canzone con strofa e ritornello. Le due parti sono completamente diverse ma l'autore riesce comunque a legarle bene creando comunque una certa omogeneità di tutto il brano. La melodia durante le strofe si sviluppa in un intervallo piuttosto contenuto. La ripetizione
della melodia della strofa, risulta meno monotona dalla presenza di una seconda voce che da al contempo un senso di crescendo,  lasciando infine spazio e respiro al ritornello con note ben più alte.
Nonostante sia un canto con difficoltà media, secondo noi con qualche attenzione in più può avere come protagonista tutte le figure della celebrazione: solista, coro e assemblea.
Il canto, dopo una breve introduzione, comincia con la prima strofa che va affidata sicuramente ad un buon solista e preferibilmente ad una donna.
Nella seconda parte invece interviene il coro che si divide in due voci dispari cantando la parte finale della strofa.
L'assemblea può benissimo inserirsi al ritornello cantando "Ave Maria" eseguendo la prima voce ovvero quella cantata dai soprani.
Al coro che sosterrà l'assemblea durante il ritornello spetta anche la parte più difficile del canto caratterizzato da una certa altezza delle note da eseguire, e dalla presenza delle quattro voci. Questa ci pare la versione più naturale, ma non l'unica possibile e quindi lasciamo a voi la possibilità di sperimentare altre soluzioni soprattutto in base alle voci disponibili.

 
 
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Organo
La partitura che l'autore ci mette a disposizione aiuta molto il compito riservato all'organista, d'altro canto Sequeri ha sempre avuto una particolare sensibilità nel curare l'arrangiamento dell'organo nei suoi spartiti. Bella e interessante è infatti l'introduzione dell'organo (vedi figura in basso) che anticipa bene quello che sarà l'andamento della melodia del canto.

Durante l'esecuzione della strofa l'organo suona degli accordi con relativi bassi della durata di 1/4 lasciando una pausa che ne determina il ritmo del brano.

Al ritornello invece il ritmo cambia nel classico accompagnamento organistico con note più legate.
Nell'insieme possiamo dire che l'accompagnamento è alla portata di tutti e nello stesso tempo risulta piuttosto efficace nell'accompagnare il canto del coro e dell'assemblea.

Chitarra

Una chitarra basso o una chitarra folk che suona a mò di basso può rafforzare l'accompagnamento durante le strofe con delle note di basso essenziali ma efficaci.
In genere va raccomandato sempre un accompagnamento essenziale per i
, ma questo è uno di quei canti che rispetto ad altri si presta più all'ascolto delle voci e meno a quello degli strumenti musicali quasi sempre quest'ultimi importantissimi e necessarissimi non in questo caso che devono lasciare più spazio al canto corale. Quindi raccomandiamo tanta discrezione durante la scelta degli strumenti che interverranno e dei loro rispettivi accompagnamenti.


(Spartito introduzione organo - Madre io vorrei)

 
 
 
 
  • Canto finale

  • settimana santa

  • Festa della Madonna

  • Riunioni, avvenimenti

titolo: Madre io vorrei
testo:
P. Sequeri
musica:
P. Sequeri
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tratto da: E mi sorprende
edito da:
Rugginenti
anno:
1981

 
 
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